La proposta si è
articolata in un ciclo di 4 incontri laboratoriali rivolti a educatori e
insegnanti.
Ogni incontro è
stato co-progettato e condotto da un formatore e da un esperto in linguaggi
teatrali.
Per la zona 9 il
linguaggio teatrale di riferimento è stato quello del teatro del Buratto, una
realtà storica milanese che da sempre guarda all’esperienza teatrale come occasione
privilegiata per narrare e narrarsi. Il teatro, sotto questa lente, diviene
importante esperienza per giocare e mettersi in gioco, un’opportunità per
conoscere i propri limiti insieme al piacere di riscoprirsi.
Nella zona 9 sono stati attivati i seguenti
esercizi:
Ø
Il doppio spillo
Ø
Le parole per dire, fare, pensare teatro
Ø
L’esperienza della voce
Ø
L’equilibrio
Ø
La lentezza
Ø
La densità
Ø
L’esplorazione
Ø
Le camminate musicali
Ø
File indiane
Ø
Sentire se stessi nel gruppo
Ø
L’allestimento
Ø
I 4 racconti
Il
doppio spillo
Descrizione: si chiede ai partecipanti
di formare un cerchio e di assumere una postura eretta del “doppio spillo”, si
suggerisce di sentire il terreno con tutto il piede, come avere delle radici
ben piantate a terra.
Obiettivo: attivazione del corpo.
Le
parole per dire, fare, pensare teatro
Descrizione: si invitano i partecipanti
a pensare singolarmente per poi condividere con il resto del gruppo le prime
tre parole che vengono in mente quando si nomina la parola “teatro”.
Obiettivo: stimolare la consapevolezza
e la riflessività.
L’esperienza
della voce
Descrizione:
- In cerchio i partecipanti vengono invitati a dire il proprio nome. Uno alla volta e poi tutti insieme. Il proprio nome si urla, si soffia, si spinge e via dicendo.
- In cerchio si ride con le vocali (provare a ridere con la A, con la E, con la I etc.).
- A turno ciascun partecipante entra nel cerchio e rivolgendosi a un altro componente del gruppo dice il proprio nome trasmettendo una particolare intenzione. Ad esempio aggressiva, ammirata, spaventata etc.
- Lettura ad alta voce come se si fosse un animale. Ad esempio come se si fosse gatto, scimmia, orso, gallina etc.
- Lettura di una poesia come se fosse un segreto, come se si fosse assonanti, tristi, felici etc.
Obiettivi: favorire la capacità di
entrare in sintonia con se stessi; stimolare la dimensione del gioco.
L’equilibrio
Descrizione: si invita ciascun
partecipante a porre attenzione al punto da cui ha origine il movimento, si
sperimenta l’equilibrio su un piede e poi sull’altro.
Obiettivo: sperimentare la dinamica
equilibrio/disequilibrio.
La
lentezza
Descrizione: si sperimenta la lentezza
del movimento: ci si muove da fermi lentamente cercando di prestare attenzione
alla resistenza dell’aria, al fatto stesso che siamo nell’aria.
Obiettivo: favorire una consapevolezza
corporea.
La
densità
Descrizione: si invita alla percezione
dello spazio che sta attorno: ci si muove come se l’aria fosse densa, quasi ci
si possa appoggiare.
Obiettivo: sperimentare la percezione e
l’ascolto dello spazio.
L’esplorazione
Descrizione: a coppie. Si invitano i
partecipanti a sperimentare un punto d’unione comune per trovare nuovi
possibili disequilibri, qualcosa che non si potrebbe fare senza l’appoggio
dell’altro. L’indicazione è di lavorare senza utilizzare la parola, la
comunicazione passa attraverso il corpo.
Obiettivo: favorire la comunicazione
non verbale.
Le
camminate musicali
Descrizione: si invitano i partecipanti
a camminare liberamente nello spazio con la musica, si invita a fare attenzione
ad ogni singola parte del corpo: alla testa, alle spalle, ecc., a cosa e come
si guarda. L’indicazione è di porre attenzione anche all’intensità della musica.
Cambia il ritmo
della musica e quando si incontra qualcun altro gli si batte un cinque.
Cambiano i modi
di camminare: si invita a una camminata “molle” in cui è la testa a portare
avanti il resto del corpo, a una camminata leggera, poi pesante, a una in cui
sono le braccia a guidare il resto del corpo, ad una in cui è la testa a
condurre.
Si cammina come
palloncini che si sgonfiano.
Si cammina come
se si fosse brutti e sporchi: esseri piccoli che tendono a nascondersi, che si
vergognano degli altri. Poi si cammina come se si fosse bellissimi. Infine
nuovamente brutti, schifosi, ma se si fa marcia indietro si ha la possibilità
di divenire ancora bellissimi.
Ogni volta
l’indicazione è di prestare attenzione al punto da cui ha origine il movimento:
ci sono continui cambi di ritmo, energia e situazioni immaginate.
Obiettivo: favorire una consapevolezza
corporea.
File
indiane
Descrizione: si formano due file
indiane, si segue il capofila in modo compatto, ci si alterna nella conduzione
della fila. Le file si muovono nello spazio, poi si incrociano in modo
regolato.
Obiettivo: favorire l’ascolto del
gruppo.
Sentire
se stessi nel gruppo
Descrizione: le file si sciolgono. Si
invita ciascun partecipante ad occupare un punto preciso nello spazio e a
sostare. L’indicazione è di provare a sentire se stessi all’interno del gruppo.
Obiettivo: favorire l’ascolto di se
stessi all’interno del gruppo.
Descrizione: i partecipanti sono seduti
in cerchio. A ciascuno viene distribuita una poesia di Cummings. Il conduttore
spiega che si tratta di poesie particolari, non solo per quanto concerne la
sintassi, la grafia e la punteggiatura, ma soprattutto perché sono poesie “da
vedere” oltre che da leggere, da intuire più che da pensare. Ciascuna strofa ha
il potere magico di costruire un mondo…
Si invitano i
partecipanti a sperimentarsi in diverse modalità di lettura, ad esempio
modulando e cambiando il tono della velocità, cambiando ritmo e intonazione
ecc.
Viene poi
chiesto a ciascun partecipante quale delle quattro strofe preferirebbe animare,
si formano dunque quattro distinti gruppi.
Ai lati della
stanza sono stati precedentemente predisposti dei contenitori al cui interno vi
sono stoffe di differenti consistenze e colori, nastri, maschere, cappelli,
sonagli, gomma piuma, raffia, forbici e colla. L’indicazione è di riporre i
materiali al centro della stanza in modo che ciascuno possa liberamente
scegliere quello che più si addice alla situazione pensata.
L’organizzazione
è spontanea e i quattro gruppi hanno circa 45 minuti per preparare la “messa in
scena” finale.
Obiettivo: sperimentare le dimensioni
del rito e della finzione.
I 4
racconti
Descrizione: si richiede ai quattro
gruppi di articolare il racconto della festa presentandolo al resto del gruppo,
avendo cura di fornire un titolo e un’immagine a cui la festa si potrebbe
associare. Il racconto deve inoltre focalizzare i diversi ruoli dei
protagonisti: quello dei bambini, delle educatrici e dei genitori.
Obiettivo: stimolare la riflessività.
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